Parlare del testo scritto da Angelo De Mattia, La Metafisica del Colore. Il sentiero della Divinarte, Editrice Terre Sommerse, Roma, non mi è facile per diversi motivi e per diverse vedute ideali. De Mattia è Uomo denso di Religiosità, intesa in senso lato ma anche specifico, io resto agnostico convinto, laico lontanissimo dalla forma prossima al sentire religioso. Entrambi, però, apparteniamo a quell’insegnamento che fu introdotto in Europa da J. W. Gohete che, con il suo testo, La Teoria dei colori, poneva importanti quesiti intorno al Colore, e ai possibili significati delle cromie. Ovviamente Gohete padroneggiava molto bene la scrittura di Leonardo da Vinci e, credo, conoscesse anche Armellini ma la sua fu visione moderna e nuova per i tempi di allora fino a creare i prodromi alla così detta “ala Gohetiana della Bauhaus”, la più insigne Scuola di Arti e Mestieri del ‘900 non solo Europeo: Paul Klee, Wassily Kandinsky, Johannes Itten ne furono gli epigoni di maggiore rilievo e a questa Scuola faccio riferimento per mia scelta culturale e ideativa. I tre Maestri citati, e ognuno a suo modo, hanno non solo elaborato Opere Figurative di ingegno altissimo ma hanno saputo scrivere Trattati inerenti le Teorie Artistiche di valore estremo e di attualità incredibile, peraltro simmetrici al Manuale di armonia scritto da Arnold Schönberg negli stessi anni di riferimento ed è sulla scia di questi Trattatisti che andrei a collocare l’Opera dell’Amico Angelo De Mattia. Per inciso anche io sto scrivendo un testo del genere, Teoria delle forme Plurisegniche_Pluricolorate, ma che ho, momentaneamente, accantonato per cause personali ma la lettura di Metafisica del colore mi sta spronando al riprenderne tra le mani la stesura definitiva, e, di conseguenza, non solo gliene sono grato ma trovo proficuo il confronto colto e sofisticato con le teoriche dell’Amico. Ciò che colpisce dallo studio di questo testo è il senso Amoroso con cui Angelo De Mattia pone la questione Colore, relazionandola a Dio, all’essere umano tra il femminile e il maschile, alla mistica, mai retorica, che sembra divenire poesia, alla dolcezza infinita con cui queste creature sfuggenti, i Colori, si presentano, si mescolano, danno vita, sono vita. Non casualmente mi sembra di scorgere nel testo un legame profondo tra Musica Poesia e Colore, forse le più ineffabili Cose con cui è stupendo confrontarsi. In comune con i Trattatisti della Bauhaus De Mattia pone con atteggiamento scientista lo sviluppo lineare di una probabile teoretica timbrica ma resta attento all’insegnamento di J. Itten che, dall’alto di una disciplina ferrea (chi ha studiato e fatto esercitazioni fattive seguendo il suo Arte del colore, come ho fatto io negli anni passati, è consapevole di quanto possa essere duro e arduo seguirlo nei meandri del dare colore ad un foglio) non si sottrae dall’affermare che la razionalità disciplinata di ogni fare ideativo poi soccombe a fronte del Cuore.
Non voglio entrare nel merito dei singoli capitoli che costituiscono il libro, tutti fascinosi e stimolanti, ma ne consiglio vivamente la lettura immaginifica allo studioso lettore che voglia amare e capire, nel profondo della propria coscienza, il COLORE. Ringrazio, infine, Angelo De Mattia che ha pubblicato una riproduzione di una mia opera in seno al corpo editoriale del volume di cui evidenzio la ottima resa tipografica e la elegante impaginazione, tutto pregno di Amoroso Amore, Colorato, Poetico, Musicale.
Con gratitudine amicale,
Roberto Matarazzo