Studi sulle opere di Rudolf Steiner
a cura di Tiziano Bellucci
Solo ciò che è percepibile dai sensi è conoscibile all’uomo; tutto deve passare dalla percezione, attraverso la rappresentazione, per sviluppare conoscenza. (Schopenhauer)
Vi è una sola cosa per la cui percezione non abbisogna di alcuna azione dall’esterno: l’uomo stesso. Mentre tutto ciò che è nel mondo è mutevole, in trasformazione, l’uomo avverte in sè un elemento invariabile, sempre uguale in lui.
Nel cuore umano sta la facoltà di pensare e di portare a compimento quel che era l’intenzione della natura: la musica è l’espressione della volontà della natura, mentre tutte le altre arti solo l’espressione dell’idea della natura.
I 3 STATI DI COSCIENZA NELL’UOMO e il Mondo Mentale
L’uomo può sperimentare 3 stati di coscienza:
1 – stato di veglia: si attua tramite i sensi fisici= mondo fisico;
2 – stato di sonno con sogni: tramite sensi animici = mondo astrale[1];
3 – stato di sonno senza sogni: ” ” spirituali = mondo devachanico[2].
Con l’Iniziazione, dapprima si penetra coscienti nella vita di sogno; appare un mondo pieno di fluenti colori, un mare di luce pieno di scintillanti esseri viventi : il mondo astrale.
Proseguendo, con l’Iniziazione si arriva a sperimentare nello stato di sonno senza sogni il
fatto che il suddetto mondo astrale, di luce e colori, diviene permeato e attraversato da suoni. E’ il devachan, o mondo mentale concreto, (le prime 3 regioni) la cui peculiarità è quella appunto di essere un mondo risuonante nella sua essenza. Ciò che prima nella grande calma del mondo astrale veniva percepito come forma e colore, ora comincia a risuonare.
I tre mondi, fisico, astrale e devachanico si compenetrano.
Esiste un piano ancora superiore al Devachan, (4° regione del mondo spirituale, ossia la prima del mondo mentale astratto) ove dal suono esce un qualcosa di simile alla Parola; da cui viene ogni reale ispirazione artistica, il mondo da dove attinge l’artista per le sue creazioni: qui risiedono i modelli e gli archetipi dell’arte.
GLI ARTISTI
Non soltanto l’iniziato vive in questi mondi; anche l’uomo comune vi vive continuamente: la differenza sta nel fatto che egli non ne è però attivamente cosciente; ciò avviene in modo occulto, incantato, per lui: egli non sà donde attinge la sostanza delle sue creazioni. Quando al mattino l’uomo si risveglia, porta con sè l’arte attinta da quei mondi.
L’arte si attinge nel sonno.
Difatti, il pittore dove ha visto quei toni, quei colori risplendenti? Sono l’effetto dell’esperienza astrale notturna incosciente. Nella pittura vediamo un’immagine riflessa, un’eco del mondo astrale nel mondo fisico; si possono anche constatare gli effetti che suscitano in modo così grandioso sull’uomo.
Non si deve credere che in un artista sia razionalmente e coscientemente chiaro ciò che è misteriosamente infuso nelle sue opere; le ripercussioni delle sue esperienze astrali non hanno bisogno di imprimersi sino alla coscienza fisica per vivere nelle sue opere.
L’artista non è quasi mai necessariamente cosciente delle sue creazioni.
Il pittore riproduce come in un’ombra, il mondo astrale; il musicista riproduce l’eco della musica esistente nel mondo Devachanico.
Le melodie, le armonie sono vere immagini di entità viventi dimoranti nella 4° regione del mondo spirituale, o mondo mentale astratto.
Al risveglio, ogni mattina, l’uomo ha realmente attraversato un elemento musicale, un mare di suoni.
IL MISTERO DEL BENESSERE NELL’ASCOLTARE MUSICA
Il senso del benessere musicale consiste nel giusto accordarsi delle armonie accolte durante la notte nel devachan, che sono quindi state portate giù dall’alto, con i suoni e le armonie percepite quaggiù nel mondo fisico, attraverso gli strumenti musicali. Se i suoni esterni ascoltati nel fisico corrispondono a quei suoni interiori, allora sentiamo benessere musicale.
IL MISTERO DELLA GIOIA E DEL PIACERE (importante)
La facoltà, per l’uomo, di poter essere un ente cosciente sulla terra nella veglia, consiste sempre in una specie di superamento del mondo esteriore da parte del mondo interiore.
Quando l’anima, (che è espressione di un mondo più elevato) realizza la vittoria sull’elemento corporeo-vivente, l’uomo prova piacere e gioia.
Tutto ciò che l’uomo sperimenta come gioia e piacere avviene in virtù di una lotta fra corpo senziente e anima senziente. (in mezzo a questi due elementi sta il corpo astrale)
IL MINORE E IL MAGGIORE ESOTERICO
Sotto l’azione della tonalità minore le vibrazioni del corpo senziente sono più forti; ciò determina dolore nell’anima, perchè in tale impulso che proviene dalla materia essa avverte la morte dello spirituale, sente che predomina in lei l’elemento mortale: è come appesantita, priva di ali.
In un’immaginazione, il corpo senziente è come se urlasse all’Io: “La patria dello spirito è molto lontana da te, così lontana che forse non esiste più.” E in ciò essa geme, si lamenta, si rammarica, sconsolata.
Nella tonalità maggiore invece è l’anima senziente a vibrare più fortemente; l’impulso che è promanato dallo spirituale proclama la vita dello spirituale: l’anima si sente risorgere, avvertendo in sè la sua vera natura immortale: essa si sente alata.
In un’altra immaginazione, è come se l’anima senziente sussurrasse all’Io: “La patria dello spirito ti sta inviando nel messaggio musicale un qualcosa il quale testimonia il divino immortale che è in tè; verrà un tempo in cui tornerai nella tua vera e antica dimora celeste.”
Quindi si può dire:
– Minore= dolore, nostalgia dell’anima per timore di non poter ritornare alla vera casa: vittoria della morte sulla vita. Disperazione.
– Maggiore= gioia, nell’anelito di poter sperare di ritrovare la patria perduta: vittoria della vita sulla morte. Consolazione.
L’anima, avverte in ciò che proviene dal Devachan quale elemento musicale, ciò di quanto è più connaturato, quanto vi è di più familiare con essa stessa.
La patria d’origine dell’uomo è il mondo devachanico, e gli echi di quella patria risuonano per lui nelle armonie e nelle melodie del mondo fisico.
Fino a che egli non è un iniziato, il mondo spirituale, la sua vera patria, gli dà dei cenni attraverso l’elemento musicale, gli si presenta nella musica; in tal modo è come se lo spirito gli inviasse occulti messaggi.
La musica è un’essenza sublime, un ponte fra il mortale e l’immortale.
Da ciò proviene l’intima relazione di affinità fra la musica e l’anima dell’uomo; la musica parla all’uomo della sua parentela primordiale nello spirituale.
IL SORRISO E IL PIANTO NELLA MUSICA
(E’ quasi impossibile per un musicista sforzarsi di sorridere ascoltando un accordo minore, come è quasi impossibile imbronciarsi ascoltando un accordo minore. Pare che i muscoli facciali abbiano in sè un’automatica o volontaria tendenza a seguire le disposizioni animiche suscitate dalle differenti armonie.)
LA MUSICA QUALE ELEMENTO CHE DEVE ESSERE SEMPRE RICREATO
Le opere architettoniche, i dipinti, le sculture sono opere fate dalle mani dell’uomo; esse sono modelli spirituali trasposti nella materia, che hanno preso forma grazie all’azione dell’uomo. Essi sono durevoli nel tempo: possono venir contemplate in diverse epoche, da individualità che nelle diverse incarnazioni furono diversi uomini; in tal modo, avendo voluto fermare nella materia, l’arte, ossia il modello vivo tratto dal mondo della vita spirituale, lo si è dovuto come uccidere, rendendolo immoto quale si presenta.
Le opere musicali invece non si possono fissare nella fisicità, essendo l’elemento sonoro costituito unicamente da fluente vita: devono sempre venire riprodotte, per poter essere contemplate e ascoltate dall’uomo.
(a ciò ci si potrebbe contrapporre dicendo che invece è possibile fissare il suono registrandolo su supporto magnetico o digitale, o inciso su un disco; ma qui si sta parlando di possibilità di fermare la musica per mezzo dell’azione dell’uomo, tramite le sue membra, al pari di ciò che viene fatto nelle altre arti. L’uomo non può, con le sue mani, incidere un nastro magnetico, un disco, un floppy disk; deve avvalersi di un supporto energetico quale il magnetismo o la codifica numerica digitale: pur avendo il magnetismo e il linguaggio numerico del computer preso origine da forze, leggi e logiche esistenti in natura, non sono queste ultime di proprietà dell’uomo; esse sono gestite da entità superiori. Proprio fra queste si sono frammischiate, nell’evoluzione terrestre, altre entità nemiche dell’evoluzione, dette luciferiche e arimaniche, le quali hanno spinto l’uomo ad utilizzare le forze e le leggi naturali per scopi che vanno ben al di là delle logiche universali, dettate dalle intenzioni divine.)