“Vera scienza ci sarà solo quando si controlleranno le forze che operano. Non si potranno mai capire le piante, gli animali o i parassiti presi ognuno per sé. Quello che vi dicevo nella prima lezione sull’ago magnetico era molto importante. Chi pensa all’ago isolato dal resto e nell’ago stesso cerca la ragione perché esso si svolge sempre al nord dirà sempre stupidaggini. Bisogna considerare tutto il pianeta Terra come un polo nord magnetico e un polo sud analogo per avere una spiegazione.
Proprio come in quel modo dobbiamo osservare tutta la terra per spiegare le caratteristiche dell’ago, proprio così dobbiamo considerare tutto l’universo per spiegare il mondo vivente delle piante. Non possiamo solo guardare le piante, gli animali e gli uomini. La vita proviene da tutto l’universo, non solo da quella che la terra ci offre. La natura è tutt’uno e le forze fluiscono da tutte le parti. Solo chi ha la mente esperta per l’operare di molteplici reciproche forze può capire la natura. Cosa fa lo scienziato oggi? Prende un preparato, lo scinde e lo studia. Lo tiene ben isolato dall’ambiente esterno e lo scruta nel microscopio.
E’ esattamente il contrario di quello che bisogna fare per capire il macrocosmo. non solo ci si isola in una stanza ma ci si isola dallo splendore del mondo. Nient’altro esiste che quello che si centra con la lente microscopica. Ma se noi ritroveremo la strada verso il macrocosmo, capiremo di nuovo la natura e altro ancora”.
Rudolf Steiner nella sesta lezione 24.6.1924
Coltivazione biodinamica, due parole che implicano tutto un modo di vivere, osservare e lavorare la terra. Il suo scopo non è di lasciar fare alla natura ma di fare oltre la natura, cioè di aiutare la natura per ottenere una terra sempre più fertile, della quale possano beneficiare anche le generazioni future, e alimenti vivi di qualità piena che nutrano l’uomo e gli diano salute. Coltivare biodinamicamente non vuol dire applicare in modo meccanico un metodo fisso. Piuttosto si può parlare di un indirizzo per il nostro pensare e agire, che poi svilupperemo secondo le condizioni e i problemi che incontreremo sulla nostra terra.
QUANDO NASCE LA BIODINAMICA?
I principi su cui si fonda la biodinamica furono formulati dall’austriaco Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia, una concezione dell’uomo e del mondo che nel primo quarto di questo secolo aveva portato un rinnovamento fertile nel campo della medicina, della pedagogia, dell’arte e della scienza in genere acquistando numerosi adepti in tutto il mondo occidentale.
L’agricoltura fu l’ultimo settore cui Steiner si dedicò prima di morire e lo fece su richiesta di alcuni agricoltori che vedevano con preoccupazione i primi segni di degenerazione e debolezza che accompagnavano l’applicazione dei moderni metodi di coltivazione e in particolar modo il crescente uso di concime chimico. A Koberwitz, nel 1924, Steiner tenne 8 lezioni per agricoltori dove il tema centrale era la salute della terra e il mantenimento e l’accrescimento della fertilità per migliorare la qualità degli alimenti destinati a nutrire l’uomo. Nell’indicarci la via verso una conoscenza ampliata del vivente e le sue manifestazioni Steiner mostra lo stesso spirito usato da Goethe nei suoi scritti di scienze naturali di cui Steiner del resto era stato un grande studioso.
Il corso è pieno di consigli partici, in parte molto dettagliati e in parte appena accennati. Perciò si può dire che esso non presenta un metodo pronto ma che le grandi linee sono state tracciate. Il punto più compiutamente trattato riguarda la preparazione di un concime di massimo rendimento. Compostare e usare i preparati sono due momenti fondamentali di questo processo. Anche le indicazioni date da Steiner per la lotta contro le malattie e i parassiti acquisterà probabilmente sempre più importanza.
In tutti i paesi occidentali c’è un piccolo numero di agricoltori (sta però aumentando) che sentono la responsabilità di dare una terra fertile e sana in eredità alle generazioni future e capiscono l’importanza di alimenti sani per la salute dell’uomo.
I tre principi della biodinamica sono:
1) mantenere la fertilità della terra;
2) rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie e ai parassiti;
3) produrre alimenti di qualità più alta possibile.
Non bisogna quindi stupirsi che, nel secolo del materialismo e dello sfruttamento estremo delle ricchezze naturali, la biodinamica non abbia potuto espandersi su larga scala. Al contrario bisogna rallegrarsi che, malgrado tutto, essa venga seguita in molti paesi da decenni e con successo.
La biodinamica parte dalla conoscenza globale del pianeta e del suo rapporto col cosmo; questa conoscenza non si acquista da un giorno all’altro ma solo attraverso un’abitudine all’osservazione della natura e delle sue leggi che dovrebbe entrare a fare parte già dell’educazione scolastica. Oggi si sta lentamente acquistando una certa conoscenza ecologica ma si è ancora lontani dal capire la vita in tutte le sue manifestazioni.
L’uomo conosce alla perfezione il mondo della materia inorganica e le leggi della meccanica ma se applica le leggi di quel mondo alla vita finirà per distruggere la vita stessa che ha leggi e condizioni del tutto diverse. Non basta ammettere che l’agricoltura è una impresa biologica, bisogna prendere sul serio la parola “bios”, che significa vita e “logos”, che significa conoscenza, cioè bisogna acquistare la conoscenza della vita. Caratteristiche della vita sono: movimento, costruzione, trasformazione. Viceversa, caratteristiche della morte e della meccanica sono: inerzia, distruzione, stabilità.
Acquistando questa nuova conoscenza l’agricoltura non sarà più uno sperimentare incerto di nuovi metodi, ma poggerà su basi solide quanto l’arcaico che una volta guidava il contadino.
SFRUTTARE LE FORZE NATURALI
La biodinamica viene spesso descritta come un modo di coltivare senza concime chimico e senza veleni. Questi sono però solo gli aspetti secondari di un metodo che prima di tutto è caratterizzato da una cosciente utilizzazione delle forze naturali. Osservando la produzione vegetativa in natura, tre appaiono le espressioni fondamentali di questa forza naturale.
1. La liberazione nella terra di materie nutritive necessarie alla pianta.
2. L’inspirazione dall’atmosfera alla terra per mezzo delle piante.
3. L’autoregolazione che esiste in tutti gli organismi viventi.
Il principio di restituire alla terra quello che si prende non è idea fondamentale della biodinamica ma della chimica. Il principio fondamentale della biodinamica è attivare la vita nella terra in modo che le sostanze presenti nella terra in quantità enormemente superiore al bisogno possono essere liberate e assimilate dalle piante nella misura necessaria. Questo processo naturale si svolge grazie ai lombrichi, ai vermetti e ai microrganismi e ogni intervento deve avere come scopo di proteggere e intensificare questa “microstalla”. L’inspirazione di sostanze dall’atmosfera è il secondo processo naturale. Solo in piccola parte (circa l’1%) le piante costruiscono la loro massa vegetativa dalla terra. Per il resto utilizzano anidride carbonica, acqua e azoto, che troviamo nell’humus in grande quantità. Con la costante distruzione e morte vegetativa l’azoto viene messo a disposizione per la vegetazione in crescita.
La presenza di concime chimico frena e disturba questo processo naturale. Con un surplus di azoto nell’humus si rischia lo sviluppo di batteri che liberano l’azoto dalla terra in modo che abbiamo una perdita di azoto invece di un’inspirazione.
Un terzo processo naturale caratterizza tutti gli organismi viventi e i sistemi ecologici: l’autoregolazione ovvero l’adattamento alle condizioni esterne; quello che di solito chiamiamo l’equilibrio della natura. Lo incontriamo nel nostro corpo capace di guarire oppure di resistere alle malattie. Lo incontriamo nei nostri muscoli che si rafforzano usandoli e nella nostra pelle che si ispessisce dove viene consumata. Viceversa, questa caratteristica è del tutto assente nel mondo inorganico dove il prolungato uso porta alla distruzione, non alla costruzione.
Nel nostro metabolismo il processo di autoregolazione viene influenzato e guidato da sostanze presenti in quantità minima, per esempio vitamine, ormoni, enzimi e microelementi. Mangiando determinati alimenti noi possiamo influenzare il nostro metabolismo e la nostra salute.
Anche nella terra noi troviamo questo processo di metabolizzazione di sostanze organiche e possiamo aiutarlo e migliorarne l’efficacia attraverso accorgimenti specifici quali l’impiego della rotazione, del cumulo e dei preparati biodinamici che altro non sono che strumenti per rafforzare la capacità autoregolatrice della terra, delle piante e dell’azienda agricola nel suo complesso.
LA ROTAZIONE
Storicamente la rotazione è una pratica abbastanza recente in molte parti dell’Europa. Soltanto 100 anni fa circa, quando si diffuse la coltivazione della patata e d’altri tuberi, si poté frenare l’effetto deleterio delle monocolture e si cominciò a praticare la rotazione seguendo uno schema: prato &endash; tuberi – frumento, per esempio. Con lo sviluppo industriale e l’uso dei concimi chimici il profitto economico divenne lo scopo ultimo dell’agricoltura e si tornò di nuovo alla monocoltura.
Il pilastro di una buona rotazione è il prato con molto trifoglio o altre leguminose che arricchiscono e fertilizzano la terra. Le coltivazioni che si avvicendano negli appezzamenti variano secondo la struttura del terreno, il clima e il numero delle persone e degli animali da nutrire, essendo l’azienda a circolo chiuso un ideale a cui mira la biodinamica. Per ottenere la massima armonia biologica sarebbe bene coltivare ortaggi con tuberi o radici e seminare vegetali che possono dare i loro frutti nelle varie forme di semi, foglie e radici.
COS’E’ UN COMPOST
La pratica del compost è vecchia quanto la cultura umana e nei tempi antichi era altamente sviluppata in molte parti del mondo.
Rudolf Steiner ha studiato a fondo il carattere e l’essenza stessa del compost e ha anche spiegato i processi che vi si svolgono. Dal punto di vista chimico e fisico il compost è una mistura di terra, resti vegetali, acqua, calcio, ecc. ma dal punto di vista dinamico è un concentrato di energia e impulsi vitali. Molta gente crede che il compost serva ad ottenere la distruzione dei vegetali per facilitare il lavoro della terra. L’essenziale è invece fare del compost il luogo in cui il processo di distruzione e costruzione che noi desideriamo nella terra venga concentrato e stimolato fino a raggiungere un livello altissimo. Il compost guiderà e stimolerà poi questo processo nella terra per farla più viva e produttiva.
Il compost sta fra humus della terra e un organismo vivente. Si può paragonarlo a una mucca che sta digerendo. La materia che mettiamo sul compost equivale al foraggio per la mucca e il prodotto finale è concime e nutrimento per altri organismi. Guardando il compost in questo modo possiamo tracciare le direttive per il lavoro pratico:
– Il compost deve avere una certa massa, un corpo e una forma specifica.
Non deve essere un semplice mucchio di rifiuti.
Ecco perché è anche importante tenere il cumulo sopra il livello della terra.
– Per diventare terra viva ha bisogno di contatto con la terra nuda.
Acqua e aria sono necessarie per il compost come per tutti gli organismi e fondamentale è l’equilibrio fra questi due elementi. Materiale troppo bagnato va mescolato con materiale secco. Materiale secco, come foglie e paglia, va annaffiato.
– Il compost ha bisogno di una pelle &endash; un sottile strato di terra &endash; che impedisca l’evaporazione lasciando respirare.
– Sopra questa pelle va messa una coperta di paglia, erba o foglie che possa proteggere il compost dal freddo, dalla pioggia e dal sole per favorire lo sviluppo di una “vita interna”.
– Possiamo verificare se siamo riusciti a dare vita al compost in base al calore che esso sviluppa (circa 40°).
– In questo organismo s’introducono i preparati biodinamici che sono mini-compost di certe erbe con funzioni specifiche per i processi di distruzione e costruzione e possono essere paragonati agli organi interni di una mucca: cuore, fegato, reni, ghiandole.
– Va sottolineato che questo tipo di compost vegetale ha bisogno solo di una piccola quantità di concime animale; chi ha grande quantità di concime animale ne farà quindi un compostaggio a parte. Nel numero 1della rivista abbiamo dato istruzioni più dettagliate su come procedere nella costruzione del cumulo.
I PREPARATI BIODINAMICI E IL CALENDARIO
Essi appartengono se così si può dire, alla parte dinamica della biodinamica. I preparati e il calendario incontrano spesso lo scetticismo e l’incredulità. Molte persone vedono in queste pratiche qualcosa di magico o irrazionale perché manca loro il collegamento con processi e ritmi elementari della vita. D’altra parte non è necessaria una completa comprensione delle forze naturali che ci aiutano utilizzando i preparati e rispettando il Calendario delle semine.
Basta provare a vedere il risultato, e infatti migliaia di biodinamici in Europa se ne servono con successo. Del resto anche le ricerche condotte sui prodotti biodinamici confermano la superiorità quantitativa e qualitativa dei prodotti coltivati con l’impiego dei preparati e del calendario.
I preparati biodinamici sono otto.
Due vengono spruzzati sui campi direttamente e sei vengono immessi nel cumulo. I preparati attraversano prima un processo di dinamizzazione che somiglia a quella del compost. Come abbiamo detto prima essi sono dei compost in miniatura. Quelli che vengono spruzzati vanno riattivati mescolandone piccole quantità in grandi quantità d’acqua, con movimenti circolari e per un determinato tempo. Viene naturale il riferimento ai principi omeopatici: Si possono paragonare questi preparati ai catalizzatori. Uno, a base di letame, stimola l’attività radicale e la crescita. L’altro, a base di polvere di quarzo, stimola il processo di assimilazione e maturazione, cioè le funzioni che hanno a che fare con la luce. I preparati immessi nel cumulo sono a base di piante medicinali (ortica &endash; camomilla &endash; achillea &endash; valeriana – corteccia di quercia e dente di leone), ognuna con la sua funzione regolatrice e stimolatrice della vita che si svolge nel cumulo.
LE FORZE COSMICHE
La biodinamica guarda alla terra come parte dell’universo e perciò soggetta alle leggi e alle influenze cosmiche. Basta però riflettere un attimo su alcuni fenomeni noti a tutti per renderci conto di questa dipendenza cosmica.
Sappiamo che senza il sole non è possibile la vita e grazie alla luce avviene uno dei processi più meravigliosi della natura: la fotosintesi. Il sole determina il giorno e la notte e le stagioni, cioè tutto il ritmo vitale della terra. La scienza studia oggi le macchie solari e la loro influenza sul clima.
La luna governa i liquidi: le maree e il ciclo mestruale ne sono solo due esempi. In Italia ci sono ancora moltissimi contadini che seminano, potano e travasano seguendo i movimenti della luna.
Nel suo corso di agricoltura Steiner parla degli influssi dei vari pianeti sulla terra, ma nella pratica si ricorre più semplicemente al Calendario delle semine. Esso è il risultato di 20 anni di ricerche e di studi sull’influenza lunare per l’agricoltura, condotti da una studiosa tedesca, Maria Thun.
Essa scoprì che la pianta sviluppa più o meno ognuna delle sue parti, (radice – foglia – fiore – frutto) secondo la posizione della luna al momento della semina. Seguendo il passaggio della luna attraverso lo zodiaco che fascia la sfera celeste, Maria Thun ha osservato che la pianta sviluppa la parte radicale se la semina avviene quando la luna transita in certi segni, sviluppa invece i fiori se transita in altri e così via.
Da sempre si dividono i segni zodiacali in quattro gruppi ognuno dei quali appartenenti a un elemento:
Ariete – Leone – Sagittario appartengono al fuoco
Toro – Vergine – Capricorno appartengono alla terra
Gemelli &endash; Bilancia – Acquario appartengono all’aria
Cancro – Scorpione – Pesci appartengono all’acqua.
Così anche le quattro parti della pianta si possono riferire agli elementi:
Radice – Terra
Foglia – Acqua
Fiore – Aria
Frutto – Fuoco.
Quando la luna transita nei segni di fuoco seminiamo piante di cui vogliamo un buon sviluppo fruttifero. Quando la luna transita nei segni d’acqua seminiamo piante di cui vogliamo usare le foglie. Quando la luna transita nei segni di terra seminiamo piante di cui raccoglieremo radici e tuberi. Quando, infine, la luna transita nei segni d’aria semineremo piante di cui vogliamo i fiori. Questo è solo un esempio di come va utilizzato il Calendario.
Questi esperimenti, che Maria Thun iniziò negli anni cinquanta, sono stati ripresi da altri studiosi e negli ultimi anni sono stati pubblicati lavori che confermano la tesi della Thun. E’ anche stato notato che il rispetto del calendario da buoni risultati solo se la terra è coltivata biodinamicamente, cioè se essa presenta un’alta attività biologica. Gli esperimenti su terra concimata chimicamente non hanno portato ad alcun risultato, nemmeno quando sono stati fatti in ambiente climatico identico a quello della terra usata per le ricerche biodinamiche.