Nelle ultime opere Caravaggio mise un altro indizio grazie all’Arte della Memoria. Tolse un colore fondamentale nell’incarnato dei protagonisti del dipinto. Questo colore è il Fior di Pesco.
Il fior di pesco è “il colore dell’incarnato dell’uomo, se sperimentato mentalmente può essere osservato solo dall’esterno. Dobbiamo invece chiederci come possiamo ottenere una coscienza di questo colore dall’interno.
Per comprendere sé stesso, l’uomo deve sperimentare sé stesso attraverso il sentimento, attraverso il sentire che il suo essere è completamente permeato di anima. Come fa quindi l’anima a manifestarsi nel mondo fenomenico? Cosa deve usare l’anima per manifestarsi al mondo? L’uomo deve comprendere che il mezzo per manifestare all’esterno i propri sentimenti, la propria anima è la sua stessa vitalità, deve quindi manifestare l’anima attraverso l’incarnato del suo volto. Ritirandosi in sé l’anima non si manifesterà più nella sua piena vitalità all’esterno attraverso il volto; di conseguenza, il colore che la rappresenta, il Fior di Pesco si ritrarrà anche lui dal corpo dell’uomo lasciando il posto ad un colore verdognolo o pallido. “Ciò che nell’incarnato irradia verso l’esterno non è altro che l’uomo che si sperimenta come anima in sé”.
Possiamo quindi affermare che il Fior di Pesco è l’immagine vivente dell’Anima. Per quanto possiamo osservare il mondo esterno non potremo scegliere niente di meglio che l’incarnato umano come esempio migliore per rappresentare il fior di Pesco”.
Da “Metafisica del Colore”
Forse Caravaggio aveva intuito che l’animo umano era completamente invaso da elementi di disturbo e che specialmente la Sua Anima era ormai posseduta da forze oscure che stavano prendendo il sopravvento. Per “ricordare” questo doveva modificare i colori che componevano l’Opera. Doveva utilizzare un colore che in seguito gli avrebbe fatto ricordare fin dove il suo risveglio fosse arrivato. Cambiò quindi il Fior di Pesco con il Bianco. L’opera “Il martirio di Sant’Orsola” ne è testimone. Sant’Orsola è rappresentata con una carnagione completamente bianca. Potremmo intuire che in realtà dietro il martirio di Sant’Orsola, Caravaggio dipinse la Sua anima trafitta a morte da un’uomo di potere… (una Potenza?). Il Bianco utilizzato dal Caravaggio avrebbe dovuto ricordargli, in una prossima incarnazione, che l’Anima per risplendere dell’Equilibrio Cosmico, avrebbe dovuto incarnare lo Spirito e avrebbe dovuto pensare al Cuore come lo Specchio attraverso il quale l’anima consapevole, rispecchiandosi, si riconosce.
03 Mag