Se parliamo ad una persona e desideriamo trasmettergli un’emozione consapevolmente, questa emozione arriverà direttamente al suo cuore, trasformandosi in colore. Donando emozioni stiamo quindi donando colori. Questi colori sono il risultato di una vibrazione che, pensata e donata, si trasforma in Forma e che, per rendersi visibile, si trasforma a sua volta in Colore. Possiamo quindi dire che il colore è il linguaggio che le Emozioni Superiori usano per poter essere decodificate dal cuore. Potremmo anche supporre che se ad ogni vibrazione, o tono, corrisponde una Forma, questa potrebbe essere nient’altro che una Dimensione e che il Colore, rendendo visibile la Forma, non sia altro che ciò che la nostra mente percepisce di una Dimensione diversa da questa realtà. Il colore è quindi usato come capacità visiva dalla mente per percepire un varco che ci porta direttamente in Dimensioni o Emanazioni parallele alla nostra. Questi varchi per essere “attivi” devono avere un equilibrio costante così da essere passaggi “sicuri”. Questo equilibrio per essere tale deve essere esercitato da due aspetti di un’unica Verità, aspetti questi presenti in ogni cosa separata dall’Uno primordiale. Questi “aspetti” sono Luce e Tenebra. I perfetti equilibri che si creano tra Luce e Tenebra si manifestano attraverso l’Ombra. Il Colore quindi non è altro che, come direbbe Giordano Bruno, “…Orma di tenebre nella luce (traccia dell’oggetto nella mente, cioè sensazione), o orma di luce nelle tenebre (traccia dell’idea sulla materia quando la mente si eleva a tanto, ossia l’intelletto onnipervadente), o partecipe di luce e di tenebre (qualcosa a sé risultante dalla combinazione di informazione sensibile e interpretazione dell’intelligenza), o composto di luce e di tenebre, o miscuglio di luce e di tenebre (il concetto possiede un’esistenza propria, una realtà propria analoga alla realtà materiale degli oggetti dei sensi), o altro da luce e da tenebre e da ambedue separato (qualcosa di intimamente diverso dalla sensazione e dall’intelletto). Questo perché la verità o non è piena di luce o è una luce falsa, o perché non é né vera né falsa, ma orma di ciò che è vero o falso ecc. Nel nostro caso va considerata orma di luce, partecipe di luce, luce non vera”.
(da De Umbris Idearum – a cura di Claudio d’Antonio, Di Renzo Editore)
Caravaggio, conoscendo perfettamente questo pensiero, cercò di renderlo tangibile in ogni sua Opera. Nel suo intimo questa Verità era ben presente, sapeva che tutto ciò che poteva essere definito Colore non era altro che Ombra, derivante dall’incontro tra la luce e l’oggetto materiale, tra l’incontro della luce dell’intelligenza e dei dati sensibili.
L’Ombra-Colore lavora quindi per imitazione della Realtà Superione “all’Ombra del bene e del Vero”.
03 Mag