Ma che razza di mascalzone, che avventuriero, che cialtrone, che ciarlatano !!!!
Ecco le grida dei potenti dell’epoca (Michela, parlavamo dei potenti poco fa…). E ancora: scacciatelo, esiliatelo, bruciatelo…EH, NO! Ancora roghi???
Ma no, ragazzi, tranquilli siamo a metà del 1700, al limite si tagliano le teste!!!
Fortunatamente non a Saint Germain, buon conoscitore di alchimia e storia: lui sa, “ricorda”, così dopo aver erudito un certo Cagliostro (i siciliani ci stanno sempre in mezzo come i cavoli a merenda, forse la Sicilia ha un non so che di fascinoso…), preferisce stabilirsi in Germania, non dopo esser stato scacciato dalla Corte russa con l’accusa di aver fomentato la congiura che rese al trono una bella regina Caterina II. Ma sì sa, le belle donne hanno avuto sempre un fascino particolare sugli alchimisti…
Nulla si sa delle sue vere origini. Alcuni dicono che sarebbe nato presso Asti in Italia nel 1698, mentre della sua morte si narra che sarebbe avvenuta il 27 febbraio 1784 nel castello tedesco di Schleswig-Holstein in seguito a una polmonite. Già questo particolare relativo al suo decesso ci introduce ai tanti misteri legati alla sua vita avventurosa, rinviando curiosamente l’attenzione all’analogo decesso del filosofo inglese Francesco Bacone (perchè non mi suona nuovo questo nome? Ok, parleremo anche di Francesco Bacone…).Ebbe anche incarichi diplomatici e fu affiliato ad una società segreta dell’ordine dei Rosacroce. Viene citato nelle memorie di Giacomo Casanova ma anche Voltaire, Mozart, Madame de Pompadour e Cagliostro, come detto, lo incontrarono.
È il caso di riferire a questo proposito che diversi esoteristi, come ad esempio il Guénon nel secolo scorso, hanno fatto notare che a voler interpretare le vite degli Adepti in termini troppo umani e coi criteri odinari della storiografia, si rischia di cadere nel ridicolo e nel nonsense; e a proposito di quei “decessi per polmonite in un castello di amici nobili” a cui si accennava sopra, alcuni parlano apertamente di “morti inscenate”, indicandole come una pratica “comunemente” usata in certi ambienti per uscire di scena.
Del resto tutto ciò che riguarda il conte di Saint Germain sembra indissolubilmente legato al mistero, e forse un po’ anche alla fantasia, o piuttosto provenire da più arcani poteri e segreti iniziatici che oggi più comunemente chiameremmo “sciamanici”. Secondo la leggenda egli avrebbe trovato il segreto della pietra filosofale, per cui, a detta di molti, non invecchiava mai e poteva trasformare il piombo in oro e ingrandire le gemme. Per dare un’idea del fascino e del magnetismo che la figura di Saint Germain sembra aver esercitato sulla mente e sul cuore di tanti, si narra che alcuni lo abbiano incontrato molti anni dopo la sua morte ufficiale, ed ancora oggi c’è chi dice che lo si possa incontrare a Roma, nel giorno di Natale, seduto nei giardini del Pincio (Bruno, tu l’hai visto da quelle parti?).
Esistono diversi gruppi esoterici i cui fondatori e adepti (basta pensare ad esempio a Madame Blavatsky, a Rudolf Steiner o a Max Heindel) sostengono di essere stati in un modo o in un altro ispirati ed iniziati da questo personaggio davvero enigmatico.
Ma al di là di come lo si voglia osservare, appare indiscusso che egli lasciò comunque un messaggio positivo, di grande Potenza e Valore che voglio qui di seguito riportare:
“Io sono.
A te che leggi, io parlo.
A te, che per lunghi anni, vagando innanzi e indietro, hai con ardore cercato nei libri, negli insegnamenti, nelle filosofie, nelle religioni, non sai neppure tu che cosa: la verità, la felicità, la libertà, Dio.
A te, Anima stanca e scoraggiata, quasi senza speranza, che molte volte hai afferrato un barlume della verità cercata, solo per riconoscere che essa si dileguava come il miraggio nel deserto.
A te che credesti d’averla trovata in qualche grande istruttore, capo riconosciuto di una Religione, Fraternità o Società, e che ti pareva un «maestro» – tanto meravigliose erano la sua sapienza e le opere sue – solo per risvegliarti più tardi alla scoperta che quel maestro era soltanto una persona umana, con difetti, debolezze e colpe segrete, pur avendo potuto essere tramite di splendidi insegnamenti apparsi a te come la più alta verità.
A te, di nuovo stanco e affamato, senza guida; a te io sono venuto.
E sono venuto anche a te, che hai cominciato a sentire la presenza della Verità nella tua anima e cerchi la conferma di ciò che lotta vagamente dentro di te, per esprimersi.
Sì, a quanti hanno fame del vero «pane di vita» io sono venuto.
Sei tu pronto a ricevere il mio cibo? Se lo sei, fa cuore. Siedi.
Calma la tua mente umana e segui strettamente la mia parola qui pronunciata. Oppure forse ti allontani, deluso ancora una volta, con nel cuore il morso della fame insaziata?
Io! Chi sono io, che sembro parlare con sì conscio potere e autorità?
Ascolta. lo sono tu; quella parte di te che è e sa, che sa tutte le cose, che sempre seppe e sempre fu. Io sono tu, il tu Sé; quella parte di te che dice Io sono ed è Io sono. Io sono quella parte più alta di te stesso, che vibra entro di te mentre leggi; che risponde a questa mia parola, che ne percepisce la verità, che riconosce per sua natura tutta la verità e scarta ogni errore dovunque lo trovi. Ciò io sono: non quella parte di te che sino a oggi s’è nutrita dell’errore.
Poiché io sono il tuo vero Istruttore, il solo che tu conoscerai sempre, il solo Maestro; io, il tuo Sé divino.
Io, il tuo Io sono, ti reco questo mio messaggio, la mia vivente parola, come ti ho portato ogni cosa in vita, libro o «maestro», povertà o ricchezza, amara esperienza o amore, allo scopo di insegnarti che io, io solo, il tuo vero Sé, sono il tuo istruttore; il solo istruttore e il solo Dio, che provvede e ha sempre provveduto a te, non solo il pane e il vino della vita, ma anche tutto ciò che occorreva al tuo mantenimento e al tuo sviluppo fisico, mentale e spirituale. Perciò, quello che fa appello a te mentre leggi è il mio messaggio, dettato alla tua coscienza umana esterna dal di dentro, ed è solo una conferma di ciò che l’Io sono di te sempre seppe interiormente, ma che non aveva ancora tradotto in termini ben definiti alla tua coscienza esterna. Così pure tutto ciò che sempre fece appello a te, venendo da qualche espressione esterna, non era che la conferma della mia parola già pronunziata dentro di te; quell’espressione esterna era il canale, il mezzo da me scelto in quel momento per impressionare la tua coscienza umana.
Ma io non sono la tua mente umana, né il figlio suo, l’intelletto: essi sono soltanto l’espressione del tuo essere, come tu sei l’espressione del mio essere; essi sono soltanto fasi della tua personalità umana, come tu sei una fase della mia divina impersonalità.
Pesa e studia attentamente queste parole.
Sorgi e liberati per sempre dal dominio della tua personalità, con la tua mente e il suo intelletto così gonfi ed esaltati di se stessi; poiché la tua mente, d’ora innanzi, deve essere la tua serva e l’intelletto il tuo schiavo, se vuoi che la mia parola penetri nella coscienza dell’anima tua. Io sono venuto ora alla coscienza dell’anima tua, dopo averla stimolata per prepararla a ricevere la mia parola. Se sei abbastanza forte per sopportarla; se puoi sbarazzarti di tutti i tuoi capricci, di tutte le tue credenze, di tutte le tue opinioni personali – rottami da te raccolti nei campi coltivati da altri -; se sei forte abbastanza da gettarli via; allora la mia parola sarà per te una sorgente inesauribile di gioia e di felicità.
Ma sii preparato al fatto che la tua personalità dubiterà di queste mie parole man mano che le leggerai; poiché la sua vita è minacciata, ed essa sa che non può vivere e prosperare, né dominare più a lungo i tuoi sentimenti, il tuo andare e venire, come prima, se tu accetti nel tuo cuore la mia parola e le permetti di dimorarvi.
Sì. Io sono venuto a te, ora, a farti conscio della mia presenza; poiché ho già preparato la tua mente umana in modo che essa possa, fino a un certo punto, comprendere il significato di me.
Io sono sempre stato con te, ma tu non lo sapevi; ti ho espressamente condotto attraverso il Deserto dei libri e degli insegnamenti, delle religioni e delle filosofie, tenendo sempre davanti agli occhi della tua anima la visione della Terra Promessa; alimentandoti con la manna del Deserto, perché tu potessi ricordare e apprezzare il pane dello Spirito e anelare a esso.
Ora ti ho condotto sulla riva del Giordano che ti separa dal tuo divino retaggio. Ora è venuto per te il tempo di conoscermi coscientemente; è venuto il momento di attraversare il fiume e di passare nella Terra di Canaan, nella terra del latte e del miele. Sei pronto? Vuoi andare?
Allora segui questa parola che è l’Arca del mio patto, e passerai a piedi asciutti.”
Stupendo sentire un IO che danza…nessun maestro, nessun profeta…
Come ben lessi nel libro di Angelo, Maestro e Discepolo sono dentro di noi, e danzano all’unisono; basta aprire il Cuore e meditare, come si apre il fiore della Malva, viola, pura, unica chiave del chakra del Cuore.
Un Conte “per scherzo”…però scherzando scherzando, ci ha reso senza spine, la Strada per la conoscenza di Noi e per la crescita, per il nostro risveglio, Lui che – per amore – portava già la sua spina nel fianco…
Annalisa Rosati