Passiamo ora a sperimentare un terzo colore, il bianco.
Immaginiamo quando la luce si rifrange sul foglio bianco; questo quasi risplende come se la luce avesse una profonda connessione con il bianco stesso. I colori sulla terra per poter essere visti devono essere illuminati dalla luce, cosicché il rosso, il verde, il giallo, ecc. senza l’azione della luce non potrebbero risplendere. La luce stessa però non potrebbe risplendere se non avesse qualcosa sulla quale rifrangersi.
Come sappiamo la luce di per sé è invisibile, vediamo solo il suo effetto nel momento in cui si rifrange su qualcosa.
Con il bianco avviene qualcosa di diverso, sembra quasi che Luce e bianco siano strettamente compenetrati. Il bianco vive nella luce e la luce si manifesta attraverso il bianco.
Osserviamo ora il sole, e immaginiamo che la luminosità che emette sia bianca e non leggermente gialla. Il sole che vediamo non è luce ma è la visione della luce che riverbera su qualcosa. Potremmo dire che il Sole è il foglio bianco, la luce è lo Spirito. Il Sole, e qui la nostra visione deve andare nell’immaginazione e nel sentimento puro, risplende della luce divina. Immaginiamo ora noi stessi a contatto con la luce. Nella luce ci sentiamo a nostro agio, la nostra anima fiorisce alla luce. Con la luce l’anima trova sé stessa e la luce, lo Spirito attraverso l’anima può manifestarsi al mondo. Possiamo affermare quindi che il bianco o luce è l’immagine animica dello spirito.
Fino ad ora abbiamo osservato tre colori:
il verde o immagine morta del vivente.
Il fior di Pesco l’immagine vivente dell’animico e
Il bianco l’immagine animica dello spirito.
Come ultimo colore prendiamo in considerazione il nero. Cosa esiste in natura che possa essere caratterizzato dal nero come la pianta è caratterizzata dal verde? Steiner prende come esempio il carbone. Il carbone deve la sua natura di carbone proprio al nero, perché se non fosse nero ma bianco e trasparente sarebbe un diamante. Il nero è l’elemento minerale, o elemento morto per eccellenza. Immaginate la pianta, se la vita lasciasse la Pianta, questa morirebbe e diventerebbe nera, la vita quindi non potrebbe vivere nel nero. Immaginiamoci avvolti completamente dall’oscurità; la nostra anima avrebbe difficoltà nel trovarsi nel buio totale e i sentimenti sarebbero completamente compenetrati di ego. Nel nero quindi né la vita né l’anima riuscirebbero a manifestarsi. Qual è l’unico elemento che potrebbe compenetrare il nero senza esserne sopraffatto? È lo Spirito. Lo spirito può tranquillamente manifestarsi nel nero. Possiamo quindi affermare che il nero è l’immagine spirituale dell’elemento morto.
I colori che fino ad ora abbiamo osservato, ossia il verde o immagine morta del vivente; il fior di Pesco l’immagine vivente dell’animico; il bianco l’immagine animica dello spirito e il nero è l’immagine spirituale dell’elemento morto, sono immagini di “un qualcosa” ma non “quel qualcosa”; essendo delle immagini non possono essere completamente splendenti ma devono avere in sé una parte di ombra. Questo concetto per Steiner è un elemento di particolare importanza per l’uso del colore in pittura. Partendo da questo, Steiner affronta i colori immagine sotto un’altra visione introducendo i concetti di fonte luminosa e proiettore d’ombra.
I colori presi in considerazione finora sono, come detto, dei colori immagine. Il Verde, il Fior di Pesco, il Bianco e il Nero. Non sono direttamente sentimento di un dato elemento, ma la sua immagine, una sorta di ritratto. Potremmo definirli anche colori ombra, non emanazioni dirette di un dato “sentimento”. Steiner spiegò anche in altro modo i colori immagine utilizzando appunto il concetto di fonte luminosa e proiettore d’ombra. Cominciò affermando che, se avessimo come fonte luminosa il vivente, il corpo eterico e come proiettore d’ombra l’elemento morto, il minerale otterremo il verde. Se come fonte luminosa avessimo l’animico, il corpo astrale e come proiettore d’ombra, il vivente, il corpo eterico il colore apparirebbe il Fior di Pesco. Se la fonte luminosa fosse lo spirito e il proiettore d’ombra l’animico avremmo il bianco e se, infine, come fonte luminosa avessimo l’elemento morto, il minerale e come proiettore d’ombra lo spirito troveremo il nero. Steiner affermò che in questi quattro colori troviamo elementi d’ombra proprio per il fatto di essere delle immagini di qualcosa e non lo splendore della cosa stessa.