Steiner introdusse una nuova visione riguardo il colore. Egli affermava che la pittura ai suoi tempi aveva perso totalmente anche il concetto raffaelliano e che si era persa nel puro pensiero mentale e che essa doveva rivivere di nuova energia. Introdusse così, come abbiamo già accennato il concetto di prospettiva cromatica con il rosso e l’azzurro che con il loro venirci incontro ed allontanarsi creavano lo spazio. Steiner affermava che questo concetto doveva portare la pittura a manifestarsi fisicamente nelle due dimensioni e che la terza, lo spazio, doveva manifestarsi non attraverso la forma della prospettiva spaziale ma attraverso il sentimento della prospettiva cromatica. Solo così la pittura poteva manifestare sulla terra il mondo dell’anima, il mondo dei sentimenti. Sviluppando questo concetto introdusse così la visione della luce e della tenebra. Egli affermava che la luce è legata al pensiero e che il pensiero illumina il passato. Così come la luce è legata al pensiero, così le tenebre sono legate al futuro e alla volontà. Possiamo vedere un qualcosa di simile in natura. Il lussureggiare dei fiori primaverili legati alla luce ci manifestano la bellezza morente del fiore mentre i frutti autunnali celano nelle tenebre il seme, il germoglio di una nuova nascita. Al centro tra fiori e il frutto troviamo le foglie che rappresentano il verde, il presente. Portando questo concetto al colore potremo dire che dove il verde tende al rosso, intravvediamo il passato, il pensiero luce. Dove il verde invece tende al blu allora ci stiamo spostando verso le tenebre, al divenire regolato dalla volontà. Da questo concetto Steiner andò ancora oltre definendo il rosso come la manifestazione della luce vista attraverso le tenebre e il blu come la visione delle tenebre viste attraverso la luce. L’esempio migliore per poter comprendere questo concetto è la visione dell’alba. Ancor prima che il sole sorga le nuvole si illuminano di un intenso rosso come se la luce volesse squarciare le tenebre. La luce si manifesta attraverso le tenebre della notte attraverso il rosso colore delle nuvole. Quando il sole sta per sorgere la luce illumina l’atmosfera ed ecco che attraverso l’atmosfera illuminata le tenebre del cielo ci appaiono non più nere ma azzurre.
Tornando ai colori possiamo quindi osservare che posto il verde al centro da una parte troveremo il rosso passato e dall’altra il blu futuro. Questa visione porterebbe a formare la striscia dei colori che formano l’iride dell’arcobaleno. Se volessimo però unire i due estremi formeremo un cerchio e dove il blu cercherà di inserirsi nel rosso si formerà un nuovo colore: il fior di pesco. Steiner definiva come fior di Pesco, l’incarnato. Proprio per questo motivo noi non riusciamo ad osservare il fior di pesco nel mondo esterno, nell’arcobaleno. Noi viviamo nel fior di pesco, è il nostro punto di vista, ed essendo il punto di vista può osservare l’esterno ma non osservarsi. Attraverso questo nuovo concetto di pittura Steiner intendeva portare l’osservazione dell’uomo al di sopra di sé stesso così da avere una visione completa del sentimento fluttuante che i colori portano sulla terra. L’uomo deve innalzarsi per poter portare l’arte della pittura ad una visione animico-spirituale del mondo.