Dopo aver spiegato come i colori immagine e colori splendore devono per loro stessa natura manifestarsi, Steiner dà delle direttive ai pittori per poter riprodurre nel migliore dei modi il minerale, il vegetale, l’animale e l’uomo.
Steiner inizia parlando del vegetale affermando che, per poter dipingere la vera essenza del vegetale e non una semplice e banale copia, si deve dipingerlo un poco più scuro di come appare in natura e stendere poi sopra di esso una sottile velatura giallastra, vitalizzando così il minerale dello splendore dello spirito. Il verde vegetale non deve stridere ma, attraverso il suo inscurimento, rendere vivi i suoi frutti e fiori colorati.
Se vogliamo dipingere il minerale dobbiamo trasformare tutti i colori minerali in splendore. Facciamo l’esempio dello smeraldo. Non possiamo dipingere il verde dello smeraldo come l’immagine morta della vita. Dobbiamo innalzare il suo verde a colore splendore come se la luce dello spirito risiedesse in esso.
Per dipingere gli animali dobbiamo usare dei colori più chiari rispetto quelli che gli stessi animali hanno in natura, renderli un poco come il concetto della pittura del fior di pesco. Gli animali hanno come elemento portante l’anima, diversa dalla nostra ma pur sempre un’anima. L’anima vibra di emozioni e noi nel dipingere l’animale dobbiamo dipingere la vibrazione di queste emozioni animiche, dipingendo appunto gli animali con dei colori che vanno leggermente a volatilizzarsi come il fior di pesco. Dopo averli dipinti, dobbiamo velarli con una leggera luce azzurrina, lo splendore dell’animico stesso. Infine, per dipingere l’uomo dobbiamo trasformare tutti i colori in colori immagine, proprio perché l’uomo, in pittura deve essere rappresentato come l’immagine dello spirito, dell’animico, dell’eterico e del fisico.